Bisogna saperli ascoltare, capire, interpretare. Perché non ce n’è uno che sia uguale ad un altro. Ognuno ha la sua storia, la sua personalità, la sua identità. Sarà quindi il monumento, in un dialogo costante tra l’opera d’arte e le figure coinvolte nell’intervento, ad indicare la linea di condotta specifica per quell’unica opera. Perché è l’opera d’arte a condizionare il restauro e non il contrario. Nel rispetto totale di ciò che si vuole restituire alla sua bellezza e seguendo le linee guida del minimo intervento, della sua reversibilità, della sua distinguibilità e della compatibilità chimico fisica dei materiali impiegati rispetto a quelli originari.
«Il restauro costituisce il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte,
nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica,
in vista della sua trasmissione al futuro».